Vai al contenuto
Home » I giovani volontari pellegrini a Roma

I giovani volontari pellegrini a Roma

Sono stati giorni intensi e nello stesso tempo vissuti con grande semplicità e nell’amicizia, quelli che una ventina di giovani insieme a don Erik, Rettore del Santuario, hanno vissuto a Roma. 

Giorni nati dall’amicizia e dal servizio svolto nella scorsa estate al Santuario che li ha visti muoversi tra i tavoli del ristorante San Gioachino, nei rifugi dei campeggi e nel servizio nelle strutture del Santuario.

Un’esperienza quella dei tre giorni romani, vissuta guardando a Pietro e al suo successore, papa Francesco, che, con il saluto a noi rivolto al termine della preghiera dell’Angelus ci ha fatto emozionare.

L’incontro con i santi romani e con le loro storie ci ha spronati a continuare nella via del servizio. 

Servizio che abbiamo gustato nell’accoglienza che la comunità del Seminario Mater Ecclesiae (anche loro volontari e amici al Santuario nel periodo estivo) ci hanno riservato. Servizio che nella chiesa continua a trapelare attraverso poche parole e mani che non hanno paura di sporcarsi.. 

Questa è la via tracciata dal Signore e che, non senza fatiche, il Santuario di Sant’Anna prova a vivere ogni giorno: “La vicinanza del Signore, che è quella dell’amore, si fa vicino a chi soffre, entra in contatto e che ne tocca le ferite”, così il Papa nell’omelia della Messa celebrata in San Pietro la domenica mattina. 

Il Santo Padre ci ha parlato della vicinanza di Dio. Di un Gesù che è vicino, un Dio che non è rimasto distante in cielo, ma in Gesù si è fatto uomo per toccare la nostra povertà.

Un Dio vicino da fare incontrare, anche grazie al servizio che i volontari, giovani e non, rappresentati tutti dai pellegrini di questi giorni, e che deve trapelare dalle piccole cose. Piccole cose che parlano della vicinanza di Dio, dello suo stile, fatto di  compassione e di tenerezza. 

Il Papa ci ha provocato lanciandoci una domanda che non può essere elusa, e che ci poniamo: noi sia aperti a questo? Perché è lasciandoci toccare da Gesù che guariamo dentro, nel cuore. Se ci lasciamo toccare da Lui nella preghiera, nell’adorazione, se gli permettiamo di agire in noi attraverso la sua Parola e i Sacramenti, il suo contatto ci cambia realmente, ci risana dal peccato, ci libera dalle chiusure, ci trasforma al di là di quanto possiamo fare da soli, con i nostri sforzi. 

È questa la consegna che il successore di Pietro ci lascia, come un bel programma per la prossima stagione estiva che stiamo preparando e che in queste parole sembra tracciare la linea da seguire e da valorizzare. 

La presenza delle suore che ci hanno raggiunti insieme ai sacerdoti che salgono per le confessioni e che servono il Santuario ci hanno ricordato ancora una volta che l’incontro con il Signore avviene principalmente nella carità nascosta di ogni giorno. Una carità che il Papa ha sottolineato nella sua omelia “La carità che si vive in famiglia, al lavoro, in parrocchia e a scuola; per strada, negli uffici e nei negozi; quella che non cerca pubblicità e non ha bisogno di applausi, perché all’amore basta l’amore (S. Agostino)”. 

Le provocazioni non sono mancate, i progetti e la buona volontà sembrano esserci e allora.. avanti. Nel servizio compiuto con gioia e senza perdere di vista Colui che va seguito. Sempre. Non ci resta che metterci “sui Suoi passi”. E riconoscerlo all’opera!

logo