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Santa Messa 2 giugno

Omelia del Rettore

Nell’ultima cena, siamo nelle ore prima della passione, della sua sofferenza, della sua morte e il suo dono d’amore, Gesù dice ai suoi discepoli ciò che ha a cuore: dice ciò che riempie il suo cuore. 

In certi momenti della nostra vita noi tiriamo fuori dal cuore ciò che sentiamo in maniera molto sincera e Gesù dice delle cose bellissime. In queste settimane che ci avvicinano alla Pentecoste il Signore ci regala delle perle. In questo passaggio ci dice innanzitutto che lui prega per noi. Abbiamo un Dio che prega per noi prima ancora che ognuno di noi decida se pregarlo o meno. Gesù prega per noi perché ci vuole uniti! 

Che fatica oggi a vivere uniti. Siamo divisi interiormente, siamo divisi nelle nostre famiglie, siamo divisi tante volte anche nelle nostre comunità. Colui che divide, il diavolo, va a nozze con noi perché ci trova deboli, ci trova stanchi, qualche volta frastornati. Ci trova troppo facilmente ammaliati da ciò che acceca ma non illumina le nostre giornate, da ciò che ci gonfia ma in realtà non ci riempie.

Il divisore viene e ci divide. Gesù dice “io prego per voi perché siate uniti”. 

Se saremo uniti c’è una conseguenza bellissima: il mondo crederà. 

Il mondo in che cosa crede oggi? La gente che cosa vede in noi e che cosa trova? Può credere se vede come vivo, può credere se sente ciò che dico, può credere se mi osserva e vede il mio stile?

C’è un’unità da ricercare e c’è un’unità da salvaguardare, quella che vogliamo tessere ogni giorno con il Signore per legarci a lui. 

L’esperienza che abbiamo fatto salendo al Santuario questa mattina, alcuni di noi alle quattro, altri alle otto e tutti voi che siete qui e quella di provare a vedere, nel caos di fili del nostro cuore, qual è il filo d’oro che ci unisce al Signore. Ecco allora l’unità da ricercare e da salvaguardare: Signore fa che io sia unito a te e continua a pregare per me, continua a pregare per noi.

Salendo abbiamo fatto silenzio, ci siamo resi disponibili all’ascolto e non c’è niente che ferma il Signore perché lui vuole sempre tessere con noi una trama bella perché sa che anche nella nostra sporcizia, sotto la nostra ansia, sotto la nostra fretta, tante volte accanto la nostra freddezza c’è della brace che ancora può diventare fuoco.

Chiediamo allora a Sant’Anna che le braci del nostro desiderio siano consegnate al Signore per mezzo suo perché lei stessa ci aiuti a farle diventare fuoco. Tutti abbiamo un po’ di brace in fondo al nostro cuore. Ecco l’invocazione allo Spirito Santo che abbiamo fatto: Signore vieni e insegnami il tuo stile. Facciamoci raggiungere oggi dallo sguardo di Cristo uno sguardo che hai incontrato tantissima gente, in modo particolare Zaccheo.

Il tema di questa estate che inizieremo ufficialmente il 19 giugno, ma che oggi già intravediamo in questo splendore, è “lo accolse pieno di gioia”. Oggi siamo contenti di essere qui! Anch’io vi dico grazie perché avete accolto l’invito del 2 giugno. Grazie di essere saliti e grazie perché vogliamo imparare da Gesù ad essere uniti perché il mondo creda. Grazie perché ce l’avete fatta in mezzo una settimana a ritagliarvi uno spazio da dedicare anche al Signore. Gesù è contento e oggi di parlare al vostro cuore e chiede la docilità chiediamo di accoglierlo. 

Se Zaccheo riesce ad accogliere il Signore e scopre di avere della brace in fondo al suo cuore e vede poi riaccendere quella brace e diventare un bel fuoco, dobbiamo anche noi dire al Signore “aiutaci ad accoglierti perché così saremo pieni di gioia”. Ecco il miracolo che chiede il mondo a noi cristiani: di essere uniti a lui, di essere uniti tra di noi e di essere nella gioia. 

E la gioia ci arriva dal fare tutto per amore e niente per forza. San Francesco di Sales scrivendo a Santa Giovanna di Chantal, che guida e accompagna spiritualmente, dice “Impari a fare tutto per amore e niente per forza”. Chiediamo, scendendo di nuovo nelle nostre case dopo l’esperienza dell’incontro con Dio sul suo monte, di imparare a fare le cose per amore e fare niente per forza. 

Concludo con un pensiero sempre di San Francesco di Sales che, nel 1600, paragona il cuore dell’uomo a un orologio. All’epoca gli orologi non funzionavano a batterie. San Francesco afferma: “Il nostro cuore sia come l’orologio. Devi dargli corda almeno due volte al giorno, caricarlo mattina e sera. Almeno una volta all’anno dovresti smontarlo per togliere la ruggine e fare attenzione a non perder nessun pezzo. La stessa cosa devi fare seriamente con il tuo cuore”.

Chiediamo a Sant’Anna che ci aiuti a caricare il cuore e ci aiuti a dargli corda. Il nostro salire qui da lei non sia un salire solo d’estate ma sia un salire che ognuno di noi fa in tutte le stagioni perché niente e nessuno può separarci dall’amore di Cristo, nemmeno una strada chiusa, nemmeno tanta neve. 

Sant’Anna aiutaci a fare tutto per amore e niente per forza, aiutaci ad essere uniti al tuo nipote Gesù: il mondo così crederà a noi e a lui perché ci vedrà felici ci vedrà con te ci vedrà nella gioia.

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