La Mostra per celebrare i 90 anni del bollettino, curata da don Gian Michele Gazzola, è allestita sotto il porticato della chiesa all’aperto.
Viene presentata dal curatore sabato 28 giugno alle ore 14.

Nel mese di giugno 1935 iniziò la pubblicazione de “La voce di Sant’Anna”, “una voce calma e serena, soffusa di bontà e di amore, come la voce di una cara e santa nonnina”.
Novant’anni di testimonianze di vita del Santuario “più alto d’Europa”, che su queste vette alpine è stato coinvolto in eventi storici drammatici, ha assistito al trapasso di almeno tre generazioni, ha accolto migliaia di pellegrini in festa ed in lacrime, nel susseguirsi delle sue stagioni di solitudine nel candore invernale e dell’accorrere di folle.
“La Voce di Sant’Anna” è sgorgata dallo zelo pastorale del rettore don Bongiovanni Giovanni, dal teologo Antonio Oggero, primo direttore responsabile del bollettino e dal canonico Alfonso Maria Riberi, incoraggiato vescovo Giacomo Rosso. Don Bongiovanni era rettore del santuario di Sant’Anna dal 1932 e ne ebbe la cura fino alla sua morte nel 1968; il teologo Oggero, laureato in teologia, già cancelliere di Curia e insegnante in Seminario, dal 1931 parroco a Sant’Ambrogio in Cuneo, era assistente diocesano dell’Azione Cattolica ed animatore de “Lo Stendardo”, il settimanale cattolico, e per anni convogliò pellegrinaggi di giovani a Sant’Anna; il canonico Riberi, insegnante in Seminario e storico della diocesi, era sostenitore di varie forme di pubblicazioni di parrocchie e santuari, fornendo un articolo sulla storia di Sant’Anna fino alla vigilia della sua morte nel 1952, e fu anche grande benefattore di questa chiesa. Forse l’incoraggiamento ad iniziare la pubblicazione venne dal vescovo Giacomo Rosso, appena entrato a reggere la Diocesi di Cuneo il 10 marzo 1935.
Il bollettino del santuario era considerato uno strumento pastorale per orientare i pellegrini verso una devozione più convinta e coerente, a coltivare il loro contatto con il Santuario, anche contribuendo a sostenerlo con le offerte, di cui venivano dati puntuali resoconti. Per questo “La Voce di Sant’Anna” fu l’espressione di quattro rettori, a cui venne affidata la cura del Santuario: don Bongiovanni Giovanni dal 1932 al 1968, seguito da don Pepino Giorgio fino al 2011 e da don Panero Giuseppe, che nel 2022 passò il testimone a don Turco Erik.
Il bollettino rispecchia le iniziative promosse nelle varie stagioni: dalla realizzazione della strada dal 1935 al 1957, dalla cura della chiesa, arredata di nuovi altari e statue nel 1955-58, adeguata alla riforma liturgica dopo il concilio Vaticano II, periodo in cui venne pure realizzata la cappella per le confessioni; dall’acquisto della caserma per l’ospitalità come “Casa San Gioachino”, ai successivi rifugi per campeggi, alle preoccupazioni per garantire la manutenzione e l’adeguamento delle strutture nell’arduo contesto alpino.
Come documento storico il bollettino offre pagine importanti sul periodo bellico e come osservatorio di alta quota annota questioni climatiche ed ecologiche sempre più attuali.
Molto significativo è il percorso pastorale attraversato in novant’anni: l’accoglienza religiosa di coloro che affrontavano a piedi e digiuni l’austero pellegrinaggio; la presenza ambigua dei militari nel decennio 1935-45; il fervore riconoscente per il ritorno dei fedeli dopo la guerra, l’entusiasmo per le frotte giovanili dei campeggi dagli anni Sessanta, alle sfide del turismo di vacanzieri. “La Voce di Sant’Anna” ha accompagnato queste stagioni, fornendo indicazioni per le devozioni e per il senso del pellegrinaggio; ha offerto spunti di spiritualità nello stupore della natura; ha evidenziato la figura dei “nonni di Gesù” con linee di cura della famiglia, del legame tra nonni e nipoti.
Dopo tre generazioni il contesto sociale e religioso è in profondo cambiamento, con sfide umane e religiose a cui non solo il santuario, ma tutta la comunità cristiana si sta interrogando. Ed anche la comunicazione ha nuove vie tecniche, nei cui confronti il bollettino è travolto e rischia di scomparire. La sfida non è tanto quale sarà la sorte di questo strumento cartaceo e periodico, ma come il Santuario troverà modo di dare nuova Voce a Sant’Anna, perché trovi modo di parlare ai cuori di oggi come “una voce calma e serena, soffusa di bontà e di amore, come la voce di una cara e santa nonnina”.
don Gian Michele Gazzola